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Mio fratello è figlio unico

Accio (Elio Germano) è un ribelle e come tutti i ragazzi della sua età e della sua epoca non conosce le mezze misure. La sua famiglia vive a Latina e, nonostante viva davanti alla tv gli eventi a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, la sua voglia di emulazione è irrefrenabile. Diventa un picchiatore fascista e, di conseguenza, la pecora nera della famiglia: suo padre operaio e suo fratello maggiore (Riccardo Scamarcio) stanno dall’altra parte, dalla parte dei comunisti. Accio cresce a suon di botte e in continuo litigio con il fratello. Deluso dai suoi compagni di partito, si converte e passa dall’altra parte, proprio quando suo fratello partecipa all’assassinio del direttore di una fabbrica. I due sono costretti a separarsi e partono entrambi per il Nord. Due anni dopo si ritrovano a Milano ma il fratello muore per mano della polizia.