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La felicità non costa niente

Sergio (Mimmo Calopresti) è un architetto brillante, con una moglie devota, un figlio sveglio e simpatico, un’amante giovane e un gruppo di cari amici. Un incidente d’auto gli fa cambiare completamente approccio alla vita. Si accorge di tutte le ipocrisie e contraddizioni della sua esistenza e, a poco a poco, con le sue stesse mani distrugge tutte le certezze che lo circondano. Cerca risposte, di notte, vagabondando per una Roma «turisticamente didascalica», ma accogliente e complice. Ogni tanto cerca di rimanere aggrappato alla vita reale, quella fatta di routine, di rapporti umani e sociali, di lavoro e famiglia, ma non ce la fa, ha bisogno di scappare e cercare. Unico compagno di viaggio è un manovale che lavora per lui, con cui instaura un rapporto a metà tra il sogno e la realtà. Una notte, per le strade di Roma, incontra una donna misteriosa, bellissima, che cattura tutto il suo interesse. Occuparsi di questa persona diventa la sua preoccupazione principale, si innamora, ritrova equilibrio e voglia di vivere, ma… Un altro film di Mimmo Calopresti, questa volta nella triplice veste di regista sceneggiatore e protagonista. Una pellicola sulla ricerca ossessiva della felicità, nel mondo esterno, per poi giungere alla conclusione che forse è solo uno stato personale, intimo. Si tratta di una questione di equilibrio, niente più. Il cammino è tortuoso, affronta molte delusioni e sembra quasi soccombere alla depressione. Non un film sull’amore, perché in fondo è solo un aspetto della vita, non certo l’unico o il più importante. Forte la somiglianza con L’ora di religione nello stile registico e in alcuni escamotage narrativi. Convincente ancora come regista e piacevole sorpresa come attore protagonista. Un Calopresti promosso al 100 per cento. (andrea amato)