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L’età dell’innocenza

Da un piccolo classico della letteratura americana, un’opera che poteva sembrare una deviazione dai temi canonici dell’autore; ci si accorge però subito che è un film tutto di Scorsese, una eziologia del suo mondo, un film «antropologico» quanto
Toro scatenato
o
Quei bravi ragazzi
. La dinamica del clan è sempre la stessa, e il confronto con i modelli alti del cinema americano pure. Il sabotaggio del romanzo storico è sottilissimo, a partire dagli straordinari titoli di testa (dei grandi Saul e Elaine Bass) per arrivare alle improvvise increspature dello stile, che hanno insegnato molto alla Campion di
Ritratto di signora
. E poi era dai tempi di
Alice non abita più qui
che Scorsese (il più grande indagatore esistente del maschilismo italoamericano) non costruiva un ritratto femminile così partecipe e inquieto. Un film migliore del miglior Visconti, fratello del miglior Scorsese, cattivo, malinconico e geniale.
(emiliano morreale)