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Monsieur Ibrahim e il fiori del Corano

Nella Parigi dei ruggenti anni Sessanta e della Nouvelle Vague un bottegaio turco e un ragazzino ebreo trascurato dalla famiglia stringono una delicata e profonda amicizia. Compiuti i sedici anni, il ragazzo decide di regalarsi una notte con una delle prostitute che bazzicano i vicoli intorno a casa sua, spendendo i pochi risparmi conservati nel salvadanaio. Incerto sul da farsi, chiede consiglio all’amico, il quale si dimostra abile nel capire i bisogni di un adolescente desideroso di diventare uomo. In una città che cerca di riprendersi dopo i drammi della guerra, tra ragazzi che ballano il rock&roll per strada e l’arrivo di folgoranti star del cinema, i due cammineranno fianco a fianco superando le differenze di età, cultura e religione.
Tratto dal romanzo omonimo di Eric-Emanuell Schmitt, coautore della sceneggiatura, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano tocca con profondità temi importanti come il rapporto tra genitori e figli e quello dell’incontro/scontro tra culture e religioni diverse. Commedia ironica e leggera con numerose situazioni divertenti (da non perdere la scena in cui Ibrahim sostiene l’esame per ottenere la patente), il film si ispira a ideali di tolleranza ed esprime una solarità tutta mediterranea. Le ambientazioni luminose e calde enfatizzate dalla splendida fotografia di Rémy Chevrin e le colorate scenografie di Katia Wyszkop ne fanno un piccolo gioiello, impreziosito dalla bella interpretazione di Omar Sharif. Premiato a Venezia con il Leone d’Oro alla carriera, il «leone del deserto» si trasforma in un vecchio ironico e umano che dispensa con generosità fiori di antica saggezza coranica. Bravo anche il giovane Pierre Boulanger, capace di emozionare con la sua semplicità. Splendido anche il cameo di Isabelle Adjani, perfetta nel ruolo della diva cinematografica, lunare e abbagliante. Prevedibile il finale, che ha il demerito di banalizzare le emozioni e la spiritualità dei personaggi, anziché enfatizzarle nel momento cruciale della pellicola, che comunque scorre senza intoppi per i tre quarti della sua durata. (emilia de bartolomeis)