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L’imperatore di Capri

Seconda regia di Luigi Comencini, dopo
Proibito rubare
, realizzato l’anno precedente. Totò veste i panni di un cameriere d’albergo che, a Capri, viene scambiato per un principe indiano. Sfuggito a un’opprimente atmosfera familiare, il nostro eroe diventa il personaggio più ammirato dell’isola. Il film non è nient’altro che un tenue canovaccio che fornisce a un Totò in grande forma l’ennesima occasione per sbizzarrirsi con le sue gag e i suoi giochi di parole. Il regista otterrà il suo primo grande successo nel ’53 con
Pane, amore e fantasia
. Molti gli aneddoti legati a questo film: il film fu girato in piena stagione turistica, ad agosto. La produzione pensava di usare come comparse, gratuitamente, i turisti. Ma i generici pretesero di essere gli unici a comparire nei film girati a Capri. A pagamento. Totò, in scena, a un certo punto doveva fronteggiare un pitone vero del vero principe indiano. Ma a causa del gran caldo, anche causato dai riflettori, morirono uno dopo l’altro due serpenti. A quel punto ne fu usato uno di plastica.
(andrea tagliacozzo)