L

L’eclisse

Una delusa donna borghese ha un rapporto inquieto con un cinico agente di borsa. All’appuntamento risolutore non si recherà nessuno dei due.
Antonioni-Antonioni, nel bene e nel male. Oggi, innegabilmente, datatissimo. Tutta l’impostazione di fondo, la sociologia e la psicologia dei suoi film sono insostenibili, e spesso il suo progetto sconfina nel kitsch. Ma l’Antonioni dell’incomunicabilità rimane un maestro di stile: in fondo un gran manierista, inventore di momenti-clou ed esploratore di set.
E dunque L’eclisse , documento d’epoca un po’ indigesto, si salva oggi per la levigatezza delle immagini e per alcuni picchi: la borsa di Milano, le albe lividissime… E soprattutto per la canzone dei titoli («Eclisse Twist»), scritta da Antonioni e Fusco per Mina: un capolavoro. (emiliano morreale)