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Il commissario Pepe

Sulla base di alcune lettere anonime, il commissario Pepe fa partire un’inchiesta sulle perversioni e gli scheletri nell’armadio di una cittadina settentrionale. Ma ben presto si accorge di aver scoperchiato un verminaio. Quando la commedia all’italiana morì, alcuni dei suoi autori migliori tentarono degli affondi moralistici, di un cinismo piuttosto plumbeo ma capaci di rendere bene l’atmosfera di quegli anni (il più terribile di tutti, forse,
Un borghese piccolo piccolo
di Monicelli). Certo, ben altro che sessuali erano e sono le magagne d’Italia, eppure il tutto ha una sua inquietante credibilità. Questo è forse il primo film interessante di Scola, amarissimo e con un Tognazzi al suo massimo: se ne ricorderà forse Bertolucci per il suo «uomo ridicolo». Ottimi caratteristi (Dionisio, Cimarosa, Santercole) e particine per lo scrittore lombardo Umberto Simonetta e il gastronomo veneto Maffioli.
(emiliano morreale)