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Il colore della libertà – Goodbye Bafana

La famiglia del sergente Gregory si trasferisce sull’isola di Robben Island al seguito del capofamiglia, una guardia carceraria a cui è stato affidato il compito di dirigere la censura sulla posta e sulle conversazioni dei detenuti politici. Il militare conosce la lingua xhosa e può capire cosa dicono i prigionieri del carcere dell’isola, e in particolare cosa dice, o trama, il loro leader Nelson Mandela. Si prospetta un’ottima opportunità di carriera perché l’incarico è delicato e prestigioso: siamo nel 1968 e il Sudafrica governato da Botha fronteggia in maniera sempre più aspra la lotta contro l’apartheid condotta dall’African National Congress: riuscire a farsi apprezzare dai superiori significherebbe una promozione a maresciallo, e magari anche a tenente. La moglie di Gregory, Gloria, è ambiziosa e spregiudicata e preme sul marito perché non perda l’occasione della vita. Il loro razzismo, la loro profonda ignoranza, la propaganda del regime che fa passare Mandela per un comunista e un terrorista, formano il ritratto di una tipica famiglia di Afrikaner che sostiene un regime spietato, ma l’incontro e la conoscenza con una delle persone più lucide e intelligenti della recente storia dell’umanità li renderà più aperti, sensibili e consapevoli.