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Wasabi

Hubert è un ispettore di polizia dal cuore tenero, ma dai modi un po’ bruschi. Gira per la città in stile
giustiziere
, rompendo nasi a chiunque, compreso il figlio del Prefetto di Parigi. Il suo capo gli consiglia una vacanza in cui rilassarsi e non pensare al lavoro, per poi tornare più sereno. Una telefonata dal Giappone lo riporta immediatamente a vent’anni prima, quando la donna della sua vita (mai dimenticata), Niko, lo aveva lasciato. Corre nel paese del Sol Levante per i funerali della donna e qui trova una bella sorpresa. Alla lettura del testamento scopre che Niko non lo ha mai dimenticato, un pericoloso intrigo mafioso e un inaspettato regalo… La solita coppia Besson-Reno (anche se qui il cineasta francese è in veste di sceneggiatore e produttore) ci regala una commedia d’azione frizzante e movimentata. Vedere Reno che vaga per la città con una ragazzina al seguito riporta la memoria al film
Leon
(1994), ma questa volta l’umore è diverso. In
Wasabi
si ride e ci si riesce soprattutto quando la figura del superpoliziotto è calcata in maniera surreale, facendo il verso al cinema di Hong Kong, ai polizieschi anni Settanta e a un Reno d’annata. Non è autoreferenzialità, ma autoironia.
(andrea amato)