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The Company

Ry è la prima ballerina della Joffrey Ballet Company di Chicago. Di giorno condivide con i suoi compagni allenamenti, fatica, speranze e soddisfazioni. Di sera invece lavora come cameriera in un locale tutt’altro che raffinato. Alla vigilia della tanto attesa prima, un infortunio la costringerà a rinunciare allo spettacolo, che avrà successo nonostante la sua assenza.
Scritto da Barbara Turner assieme alla protagonista Neve Campbell, in passato ballerina e tornata ad allenarsi duramente per l’occasione, il nuovo film di Robert Altman è ambientato in un mondo, quello della danza, di cui la maggior parte del pubblico cinematografico sa poco o nulla. Forse per questo motivo, la pellicola del regista di America oggi ha un taglio quasi documentaristico, come se Altman volesse guidare lo spettatore durante l’osservazione di ambienti e personaggi, non rinunciando a mostrarsi egli stesso stupito e ammirato per ciò che vede. La ricerca del realismo è confermata dalle modalità con cui il film è stato realizzato: per due anni le sceneggiatrici hanno seguito i veri ballerini del Joffrey Ballet, mentre la Campbell si allenava come se anche lei avesse dovuto partecipare ai loro spettacoli. Altman, dal canto suo, che nulla sapeva del mondo del balletto, ha in seguito espresso la sua ammirazione e il suo stupore definendo i danzatori «belli, vulnerabili, espressivi, artisti che fanno l’impossibile». Proprio come i protagonisti di un film eccessivamente didascalico ma efficace nel mostrare l’umanità e la fragilità di chi dedica tutta la propria vita all’arte della danza, sottoponendo il proprio corpo e la propria psiche a disciplina e sacrifici. (maurizio zoja)