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A ruota libera

Pericle Caruso rimane paralitico per la svista di un luminare e decide di fargli causa. Parte allora per Parigi con il testimone Mario Pecorella e l’infermiera Silvia. In realtà, chissà perché, la compagnia si ferma a Forte dei Marmi dalle zie Teresa e Beatrice. Come si capisce anche dai trailer, il film vale solo per le apparizioni di una bella Ferillona abbronzata e di Manuela Arcuri, tra le quali la presenza e la logorrea pseudo-troisiana di Salemme appaiono francamente importune. Ma
A ruota libera
è inferiore a qualunque attesa: non si ride mai, e se la prima parte è di una noia esiziale, l’nsensata trasferta balneare appare una versione chiattilla delle vecchie commedie scollacciate con Gloria Guida, con tanto di ninfomani, mogli ciccione e porte che sbattono. Gag riciclate da mille altri film (addirittura dai precedenti di Salemme, ed è un po’ troppo) e due citazioni finali da Totò e da
La grande guerra
. Più triste che trash, con qualche nanosecondo lunare grazie a Ceccherini. Resta il sospetto che la sedia a rotelle di Salemme, più che un aggiornamento politically correct, sia un espediente per tenere l’inquadratura ad altezza di tetta.
(emiliano morreale)