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Ora o mai più

Giugno 2001. David, studente dell’ultimo anno di Fisica nella più prestigiosa università italiana, la Normale di Pisa, vive in una dimensione parallela alla vita reale, fatta di profonde riflessioni sui massimi sistemi e scarsi rapporti con le persone e le cose quotidiane. Curriculum ineccepibile e media vertiginosa, nel giorno del suo ultimo esame incontra la bella Viola nei corridoi dell’università. La ragazza gli lascia un volantino e si allontana, lui rimane folgorato e, senza pensarci due volte, la segue. In un attimo si ritrova catapultato dentro un’assemblea del collettivo studentesco. Per lui inizierà un nuovo periodo di scoperte e di crescita.

Giunto al suo terzo lungometraggio, Lucio Pellegrini tente il salto di qualità dopo le poco impegnative commediole
E allora mambo!
e
Tandem.
La storia di David, ragazzo introverso e intelligente che viene iniziato al mondo della politica, ricorda troppo spesso quelle raccontate in altre innumerevoli pellicole di ultima generazione e scontati sono anche i personaggi del collettivo studentesco. Viene in mente il Muccino alle prime armi, proveniente proprio come Pellegrini, dal mondo della televisione. E
Ora o mai più
è davvero troppo vicino all’immaginario della fiction televisiva e dello sceneggiato da piccolo schermo, sia nei dialoghi, poco convincenti, che nell’interpretazione del cast. I due protagonisti, Jacopo Bonvicini e Violante Placido, riescono a trasmettere poco o nulla dei loro appassionati e ingenui personaggi. Per fortuna, alternando momenti comici e drammatici, la pellicola non annoia. Forse perché, passando attraverso il mondo colorato delle occupazioni studentesche, degli sgomberi e dell’impegno sociale, trasmette quel vago sentimento di nostalgia per una giovinezza ormai trascorsa, rivelando in tal modo le reali intenzioni evocative del regista.
(emilia de bartolomeis)