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Soul Kitchen

Zinos, giovane proprietario del ristorante Soul Kitchen, sta attraversando un periodo sfortunato. Nadine, la sua ragazza, si è trasferita a Shanghai, i suoi clienti abituali boicottano il nuovo chef e ha problemi alla schiena! La situazione sembra migliorare quando un giro giusto di persone abbraccia la sua nuova filosofia culinaria, ma non basta a guarire il cuore spezzato di Zinos. Decide di volare in Cina per raggiungere Nadine, consegnando il ristorante all’inaffidabile fratello Illias, un ex detenuto. Entrambe le decisioni si riveleranno catastrofiche: Illias si gioca il ristorante che finisce nelle mani di un losco agente immobiliare e Nadine si è trovata un nuovo amante! Ma, forse, i fratelli Zinos e Illias hanno un’ultima possibilità di riprendersi il Soul Kitchen, sempre che riescano a smettere di litigare e si decidano a fare un gioco di squadra.

Dopo le storie drammatiche che l’hanno fatto conoscere, Akin sceglie i toni della commedia, nella tradizione degli Heimatfilm degli anni Cinquanta. I temi dei film precedenti fanno capolino anche qui – il protagonista è un tedesco immigrato di origini greche – ma tutto è raccontato con un tono spensierato. Peccato che il ritmo scoppiettante della prima mezz’ora finisca pian piano per spegnersi. Premiato con eccessiva generosità col Premio speciale della Giuria a Venezia.