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Pauline & Paulette

Pauline ha tre sorelle: Martha, con la quale vive in un paese del Belgio, Paulette che ha un negozio di stoffe romantiche e si diletta a recitare l’operetta, e Céecile, che abita a Bruxelles con Albert. Pauline colleziona ritagli di giornale, ma anche di carta da pacchi, con disegnati i fiori. E adora passare nel negozio di stoffe della sorella Paulette. Pauline è ritardata mentale. Ha sempre bisogno di qualcuno che le spieghi che cosa deve fare, che la aiuti, che la segua. Muore sua sorella Martha. Che ha lasciato scritto nel testamento che una delle due sorelle deve prendersi cura di Pauline. Altrimenti niente soldi. Ci prova Paulette, ma è un disastro. Allora tenta Cécile, ma la convivenza tra il suo compagno e la sorella ritardata è impossibile. Le due rinunciano ai soldi e mettono Pauline in un istituto. Paulette, chiuso il negozio e trasferita in una casa sul mare, è sola nell’indifferenza generale. Capirà che Pauline, anche se è ritardata, colmava un vuoto…
La protagonista di questo film, premiato in Belgio, premiato al Festival di Cannes 2001 e in corsa per gli Oscar come miglior film straniero, è una donna anziana e mentalmente ritardata. Tema difficilissimo. Eppure il ritratto di Pauline è dolcissimo. E non c’entrano solo tutte le rose (e i toni del rosa…) ricamate e le bambole di Paulette, non c’entra Tchaikovskj in sottofondo, non c’entrano le distese di fiori, vere o immaginate, che sbocciano in tante scene del film. Qui, la giovane regista fiamminga Lieven Debrauwer, al suo primo lungometraggio, ha affrontato l’handicap della sessantaseienne con garbo, con delicatezza, con levità (non ci sono mai eccessi, in questo film), quasi con ironia, pur lasciando emergere l’ignoranza e l’insofferenza di tanti «normali» o l’egoismo delle sorelle (ma soprattutto del personaggio maschile di Albert, tanto negativo da rasentare la cattiveria). Ma per quanto la tranquilla esistenza di Pauline sia sconvolta dalla morte di Martha, lei continua a vivere la sua vita senza troppi traumi (non ha compreso che la sorella è morta, come non aveva capito che, tempo prima, era morta la madre) e, paradossalmente, sembra la più forte e la più sicura delle sorelle. Più forte delle sorelle «normali». Si adatta serenamente anche alla vita in istituto, dove incontra un giovane ritardato che colleziona francobolli con gli uccelli e le farfalle… Alla fine, tutto sommato, è questa bambina perdente di 66 anni a vincere sugli altri. Con tutta il fardello di angoscia che trasmette allo spettatore…