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Gertrud

Tutta la vita di Gertrud è stata una disperata, ascetica ricerca del vero amore, che l’ha spinta a lasciare il marito e a scontrarsi con le convenzioni della vita borghese. Ormai vecchia, la donna non rinnega niente. Ultima opera di uno dei massimi geni del cinema di tutti i tempi, subito oggetto di culto per pochi fedeli. E da allora è rimasto un film abbastanza maledetto e segreto. Sfortunatissima alla sua uscita, l’ultima opera di uno dei massimi geni del cinema di tutti i tempi fu subito oggetto di culto per pochi fedeli. E da allora è rimasto un film abbastanza maledetto e segreto, una storia d’amore speculativa, senza apparenti appigli sensuali, un trattato. È teatro filmato, si disse all’epoca; e in effetti Dreyer mette in scena un testo preesistente creando un film dialogatissimo, recitato in maniera antinaturalistica, accompagnato da carrelli che occultano e scandiscono il passare degli anni. Ma l’impressione che resta allo spettatore è purificatrice: Gertrud è un titolo imprescindibile per capire come il cinema possa raccontare i sentimenti e rifletterci sopra. Gertrud è martire e asceta laica, metà Giovanna d’Arco e metà Emma Bovary, e asseconda la propria ossessione con l’implacabile coerenza dei personaggi tragici. Sì, perché Gertrud, a suo modo, è quasi un melodramma. (emiliano morreale)