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Girlfight

Girlfight
, esordio alla regia della sceneggiatrice Karyn Kusama, riproduce stancamente – in versione leggermente aggiornata – i codici e gli stilemi di un «genere» cinematografico che ha già scaricato quasi tutte le sue cartucce: il
boxe-movie
. L’unica differenza, in verità furbescamente orchestrata, sta nell’averne adattato l’inamidata superficie alle forme di una muscolosa ragazzotta di Brooklyn che, insofferente come tutti gli adolescenti, scarica la sua rabbia e le sue frustrazioni allenandosi come boxeur (o boxeuse?).
Tutti gli stereotipi sono al lavoro: padre ubriacone e fallito, madre suicida, fratellino delicato e studioso (in manichea opposizione al temperamento della protagonista), vita difficile nei quartieri popolari di Brooklyn… E anche lo spunto (nessun riscatto verso la gloria tipo
Rocky
) non gode di originalità. Quante figure di falliti di talento ha raccontato la Hollywood anni Settanta?
(dario zonta)