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My Hustler

Assoldato per un week-end da un intellettuale, il marchettaro Paul subisce indifferente le avances di una ragazza e ascolta i consigli di un suo collega più scafato. Girato in due sole bobine (una sulla spiaggia, una nel bagno), con la collaborazione di Chuck Wein (sceneggiatore e direttore degli attori) e di Paul Morrissey (produttore esecutivo), è uno dei primi film di Warhol ad avere successo presso il pubblico chic newyorkese. Una commedia morale sull’avidità messa in scena con un occhio apparentemente svagato e indifferente, che nella prima parte si concede zoommate vertiginose e panoramiche imprevedibili, e nella seconda si rinchiude in uno spazio claustrofobico. Spassosi i dialoghi e resa bene l’interazione tra i personaggi, anche se tutto rimane monco e buttato lì, secondo l’estetica warholiana dell’improvvisazione e della casualità. Discutibile, in ogni caso, il doppiaggio di Mario Zonta. (alberto pezzotta)