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La nobildonna e il duca

Il controverso
La nobildonna e il duca
di Eric Rohmer, maestro della nouvelle vague insignito del Leone alla carriera all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato rifiutato dal Festival di Cannes a causa della sua violenta presa di posizione politica contro la rivoluzione francese (certo fortemente polemica, ma in realtà anche molto equilibrata). Durante la Rivoluzione, l’inglese Grace Elliot ha rapporti con il duca di Orléans, vicino alle idee rivoluzionarie. Grace riesce a salvare una vita, ma non quella del re. Messi da parte commedie e proverbi, Rohmer torna a veleggiare con audacia inusitata dalle parti di Perceval con un film che unisce la lezione del Rossellini didattico a una riflessione estremamente innovativa sull’utilizzo del digitale e alla messinscena di una profondità di campo ritrovata. A ben vedere però, il film di Rohmer, pur abbagliante nella sua portata innovativa, è una dolente e severa interrogazione sulla fine e la morte. Un’opera terminale che riesce però a immaginare il futuro dialogando cinematograficamente con le tecnologie digitali.
La nobildonna e il duca
è semplicemente un’opera capitale. Un film sul quale si dovrà tornare instancabilmente per ripensare il rapporto che lega l’immagine del mondo prodotta dal cinema a un pensiero cinematografico della storia.
(giona a. nazzaro)