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Un amore perfetto

Squalificati per due anni dopo aver picchiato un arbitro con la bandierina del calcio d’angolo, Cè e Berni, ventenni romagnoli amici per la pelle, vedono sfumare il loro sogno di mantenersi facendo i calciatori. Il primo finisce dietro il banco della pensione gestita dai genitori, mentre per il secondo, studente di economia a tempo perso, è già pronto un posto da ragioniere nell’azienda di famiglia a Milano. A far traballare la solida amicizia arriva Laura, ex cubista conquistata da Cè a cui Berni non si rassegna a rinunciare. Fra momenti di romanticismo e scenate di gelosia, i tre organizzano il colpo che sistemerebbe per sempre le loro magre finanze: il furto e la successiva vendita a un gruppo di colombiani di una misteriosa valigetta il cui contenuto vale un milione di dollari. Alla vigilia del gran giorno, Cè viene però abbandonato da fidanzata e amico, scopertisi nel frattempo innamorati l’uno dell’altra. Il progetto viene portato comunque a termine ma l’idillio è finito: Berni e Laura partono per Milano, Cè resta sulla Riviera e continua a sognare un futuro diverso.
Prodotta da Lierka e Rita Rusic, l’opera prima di Valerio Andrei (nella foto una scena del film) punta tutto sul fascino dei due protagonisti: Cesare Cremonini dei Lunapop, fenomeni da classifica e idoli degli adolescenti, e Martina Stella, lanciata da Gabriele Muccino ne L’ultimo bacio e prossima protagonista di Amnesia , l’imminente film di Gabriele Salvatores. I due però si perdono in una sceneggiatura piena di luoghi comuni su cui si innestano dialoghi che difficilmente passeranno alla storia del cinema. «È un film d’amore che diventa un action movie », spiega il regista, ma il risultato finale è una pellicola destinata a non lasciare traccia. Cremonini si atteggia a playboy-filosofo ma come cantante è molto più convincente e il film finisce per sembrare una versione chilometrica degli spot pubblicitari che lo hanno visto protagonista. Insieme a lui naufraga Martina Stella, cui forse non rende giustizia un personaggio così poco caratterizzato da sembrare di puro contorno. Gli unici a salvarsi, almeno in parte, sono Denis Fasolo (Berni) e Carlo Simoni. Quest’ultimo è un giovanissimo nonno cui Cè, oltre al nome, deve la visione della vita incentrata su tre pilastri: «gnocca, lambrusco e libertà». C’è da scommettere che il giovanissimo pubblico cui questo film sembra destinato tornerà a casa piuttosto deluso. Le sorelle Rusic incrociano le dita: se Un amore perfetto dovesse fare flop al botteghino, il fallimento sarebbe totale. (maurizio zoja)