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Time

Una coppia di giovani amanti – di cui però non sappiamo niente, né che lavoro facciano, né di che vivano; sono comunque benestanti, lui ha una bella casa, una bella macchina e passa ore e ore al caffè; lei può permettersi lifting costosi eccetera eccetera – entra in crisi. Lui flirta con altre donne che incontra al bar, lei è gelosissima e afflitta dal timore che l’assuefazione uccida l’amore. Dopo un ennesimo litigio, decide di cambiare totalmente il suo aspetto e si reca da un chirurgo plastico, affinché la renda irriconoscibile, ugualmente bella ma diversa. All’amante scrive che parte e che non la cerchi. Ma il giovane, che l’amava davvero, non si rassegna alla sua sparizione ed è disperato (disperato lo si continua a vedere nel solito caffè); così quando lei, irriconoscibile col suo nuovo volto, fa in modo di incontrarlo (naturalmente nel caffè) e diventare sua amica, l’unica soddisfazione che le resta è raccogliere le pene d’amore dell’inconsolabile abbandonato. Insieme ripercorrono le tappe della relazione con lei/altra, come la visita a un museo en plein air di arte erotica. Capisce d’aver sbagliato, vorrebbe tornare indietro, irrompe come una pazza dal chirurgo, mentre sta operando, perché le ristabilisca il volto che aveva: ed è una delle scene più ridicole del film. Seguono altri fattacci assurdi, altre reazioni e altre operazioni che non racconto, per non togliere allo spettatore malcapitato il piacere della suspense (si fa per dire).