S

Salvador Allende

La vita di
Salvador Allende Gossens
viene ripercorsa in questo documentario del cileno
Patricio Guzmán
con partecipazione commossa di esule e ormai anziano militante. Impellente è la necessità di rendere omaggio all’uomo e soprattutto al pensiero di Allende, perché se il primo non è stato dimenticato – come hanno dimostrato le celebrazioni svoltesi nel 2003, a trent’anni dalla morte – il secondo giace invece in un limbo dal quale pochi sembrano interessati a destare il ricordo, tanto meno per trarne qualche lezione ancora utile oggi. La vita di Allende è ripercorsa con classica tecnica documentaristica. Non siamo, insomma, – dal punto di vista filologico – dalle parti di

Fahrenheit 9/11
o

The Take,
anche se le affinità ideologiche sono evidenti. Tra i filmati d’epoca montati da Guzmán si trova anche quello dell’incontro con Castro, che causò il furore di Nixon e il conseguente complotto, affidato all’orchestrazione della Cia, sfociato nel colpo di stato militare di Pinochet. Allende cadde tre anni dopo la sua democratica elezione. Si suicidò nel palazzo del governo – la Moneda – assediato dai golpisti. Era l’11 settembre 1973.

Guzmán ha all’attivo altre importanti opere sulla storia del suo travagliato Paese, tra le quali la monumentale
Batalla de Chile.
Il suo documentario su Allende ha vinto il Festival di Lima ed è stato selezionato a Cannes e Locarno nel 2004. Ciò che ci è piaciuto di più è, però, il suo essere totalmente fuori tempo. Non solo perché stilisticamente datato e poco cinematografico. È soprattutto sul senso della vita coraggiosa e onesta di questo galantuomo (appunto) d’altri tempi che Guzmán desidera infatti far convergere l’attenzione degli spettatori. E sul suo esperimento – rimasto unico nella Storia – di transizione al socialismo attraverso libere e democratiche elezioni. Una «via pacifica» che accese speranze (soprattutto in Italia) ma che non poté essere tollerata dagli Stati Uniti, impegnati nella guerra fredda con i sovietici. Merito va anche dato alla Fandango di Domenico Procacci, che distribuisce, sia pure soltanto ora, la pellicola in Italia.

Sulla vita di Salvador Allende e sulla dittatura istaurata in seguito da Pinochet, molti sono i contributi artistici che possono fungere da ausilio a chi volesse approfondire quei fatti. Dall’intensa pellicola di
Constantin Costa-Gavras,

Missing,
ai romanzi di
Isabel Allende
e
Luis Sepúlveda,
alle poesie di
Federico García Lorca,
alle musiche degli
Intillimani.
Nel catalogo

Baldini Castoldi Dalai editore
sono presenti una biografia di Salvador Allende (da poco riproposta in formato tascabile) e un libro di memorie sulla dittatura scritti dalla giornalista cilena
Patricia Verdugo,
oltre al commosso saggio di
Riera e Izquierdo
pubblicato a venticinque anni dalla morte.
(enzo fragassi)