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Quelle strane occasioni

Un signore (Villaggio) fa fortuna esibendosi in locali porno ad Amsterdam; un altro (Manfredi) cede alle grazie di una svedese; un prelato (Sordi) rimane chiuso in ascensore con una ragazza disinibita (Sandrelli) e non resiste alla tentazione. Commedia all’italiana del periodo più nero, in cui Villaggio e Manfredi si muovono come salme. I primi due episodi sono volgari e per nulla divertenti, ma il terzo
(L’ascensore)
ha una notevole intelligenza e cattiveria di scrittura. La trovata è semplice, ma l’esito è virtuosistico per i due attori: un Sordi laido e ipocrita come ai vecchi tempi e una Sandrelli bionda e riccia, sexy e vitale nonostante si trovi in un periodo di grande incertezza professionale, prima di Tinto Brass e di Francesca Archibugi. La regia – tutt’altro che indegna – è di Comencini, che tre anni dopo filmerà la pietra tombale del genere con il cortazariano
L’ingorgo
. Chissà perché,
Quelle strane occasioni
uscì col divieto ai minori di 14 anni.
(emiliano morreale)