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Principi e principesse

Tre creatori di storie, nella penombra di un laboratorio, inventano sei fiabe, impersonando le varie figure. Da un mondo fuori del tempo all’Egitto e al Medioevo, dal Giappone a una versione fantascientifica dei fratelli Grimm, fino a un epilogo in cui il principe e la principessa continuano a baciarsi e a trasformarsi nel tentativo di ritornare alla loro forma originaria. E divengono uno rospo e l’altra giraffa, e poi tartarughe, cani, balene, elefanti, maiali, pulci, e poi di nuovo principe e principessa, ma a ruoli invertiti. E vivono ugualmente felici e contenti.Il belga Michel Ocelot, autore di
Kirikù e la strega Karabà
(uno dei più bei lungometraggi d’animazione degli ultimi tempi, e uno dei migliori film della passata stagione), ha ripescato sei cortometraggi di dieci anni fa e li ha uniti con un’esilissima cornice. Tutte le storie sono realizzate imitando le ombre cinesi, una sorta di lontano omaggio ai grandi animatori del passato (come la Lotte Reininger del
Principe Ahmed
). Se
Kirikù
, con la sua aria da Rousseau il Doganiere, rimane cromaticamente più affascinante, questi racconti sono forse ancora più rigorosi e raffinati, ricchi di riferimenti coltissimi (da Hokusai alla Lanterna Magica) ma soprattutto costruiti con sceneggiature in cui la sapienza allegorica non va mai a scapito della trasparente leggibilità. Un esito di magica semplicità, adatto anche ai bambini. L’ultimo episodio, di ironia quasi ovidiana, è forse il più bello.
(emiliano morreale)