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Monster in a Box

Il secondo adattamento cinematografico di un monologo di Spalding Gray. Quello in questione segue le avventure di Gray da Los Angeles fino all’Unione Sovietica, che gli impediscono di scrivere un esteso romanzo autobiografico (il mostro del titolo). La regia e le musiche sono più invadenti che nel precedente Swimming to Cambodia, ma le storie e le osservazioni di Gray sono sempre divertenti, profonde ed estremamente coinvolgenti. Uno degli aneddoti più gustosi: l’esperienza quasi disastrosa come direttore di palcoscenico a New York in un revival di La nostra città.