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Lo stato in cui sono

L’ennesimo prodotto sul terrorismo sfornato da un paese che è secondo solo all’Italia per impatto sociale del fenomeno, non appare né convincente, né particolarmente rivelatore.
Die innere Sicherheit
adotta il punto di vista di un’adolescente, Jeanne, figlia di una coppia di terroristi costretta alla clandestinità. Misteriosamente rifugiata in Portogallo, la famiglia offre il destro di incrociare la «levità» della Von Trotta con l’esotismo di Wenders, per poi innestarvi la prospettiva truffautiana dell’adolescenza e quindi di far frizzare lo spumeggiante erotismo dell’età inquieta. Dal Portogallo si passa alla Germania, ma con scarso beneficio. I due terroristi continuano a sembrare modelli di Düsseldorf, Jeanne continua a sembrare una brufolosa adolescente tedesca, il suo ragazzo è l’unico che risponde al ruolo: un idraulico fallito, costretto a friggere patatine e con la passione del surf. Probabilmente, l’unico soggetto noto al regista.
(francesco pitassio)