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La bella di Mosca

Irina è una bella russa di provincia, che nella capitale dell’Impero Sovietico in sfacelo si muove spregiudicatamente tra artisti, politici e maneggioni vari. Diviene l’amante di un intellettuale di regime, e rischia di compromettere lui e i vertici del Cremlino. Una fotografa lesbica la mette in salvo facendola diventare una famosa top model, ma i comunisti sono in agguato. In una Mosca che sembra la Milano da bere, Cesare Ferrario, che ha fatto un film sul mostro di Firenze e uno su marina Ripa di Meana, ambienta uno dei kolossal più esilaranti che si possano immaginare, un
Dottor Zivago
in autoreggenti, ma senz’ombra di erotismo. Il film peggio scritto, diretto e interpretato dell’anno, con alcune perle da antologia del trash: il servizio fotografico con i busti di Marx-Lenin-Stalin, il finale con la protagonista che gira un film militante in tunica olimpionica e viene falciata mentre appicca il fuoco alla statua di Lenin, le scene erotiche al ralenty con leccamento di tibia, Andrea Prodan ambasciatore di Cuba… Se proprio non ne potete fare a mano, andateci con gli amici, e magari riderete di gusto; ma a vederlo da soli, come è accaduto a chi scrive, ci si sente un po’ degli idioti.
(emiliano morreale)