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Galline in fuga

Sarà un caso, ma i film più divertenti, emozionanti e inventivi degli ultimi anni sono d’animazione. Sia che si tratti di tecnica classica (
Il gigante di ferro
), digitale (
A Bug’s Life
, il dittico
Toy Story
) o stop-motion (
The Nightmare Before Christmas, James e la pesca gigante
e quest’ultimo
Galline in fuga
), sembra che sia proprio questo il genere che riesce a stimolare più di ogni altro la creatività dei suoi autori. A dire il vero il soggetto base del film di Peter Lord (fondatore dello studio d’animazione Aardman) e Nick Park (creatore di Wallace & Gromit) è piuttosto semplice: le galline di un pollaio – rappresentato quasi come un campo di concentramento – tentano ripetutamente e inutilmente la fuga per sfuggire al triste fato che le vorrebbe ingredienti di succulenti pasticci di pollo; la loro unica speranza è rappresentata dall’arrivo inaspettato di un gallo di nome Rocky il quale, a quanto pare, sarebbe in grado di volare e potrebbe insegnare a fare lo stesso alle indomite gallinelle. Se la storia è quanto mai elementare, al contrario le trovate comiche e le invenzioni visive si sprecano: le prime spesso all’insegna della citazione cinefila (da quella ovvia de
La grande fuga
a quelle più raffinate di
Stalag 17 e I predatori dell’arca perduta
); le seconde affidate alla straordinaria tecnica degli autori, stupefacente in più di una sequenza: dall’intricata e divertentissima fuga di Rocky e Gaia dall’interno dell’infernale macchina che sforna pasticci di pollo al finale tutto d’azione (un
Con Air
con galline, realizzato cento volte meglio!). E sebbene prodotto di puro divertimento,
Galline in fuga
offre perfino qualche motivo di riflessione, parente molto stretto di
Babe, maialino coraggioso
se non altro per il suo – più o meno sincero – messaggio «pro-vegetariano» (nonostante l’esecuzione iniziale sia un po’ troppo «forte» per un pubblico di bambini). Ma c’è da scommettere che non sarà stato certo quest’ultimo aspetto ad attirare tanto pubblico nelle sale degli Stati Uniti, dove il film ha incassato più di 100 milioni di dollari.
(andrea tagliacozzo)