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Dracula’s Legacy – Il fascino del male

Londra 2000. Se Dracula non conosce epoca, lo stesso vale per il suo storico avversario, il dottor Van Helsing, ammazzavampiri per vocazione e per tradizione. Quando il signore delle tenebre sfugge dalla cripta blindata dove è stato rinchiuso, il vecchio dottore, affiancato dal dinamico nipote Simon, lo affronta a viso aperto per impedirgli di impossessarsi dell’anima della figlia Mary.
Dracula’s Legacy
, fin dalla scelta di Christopher Plummer negli abituali panni di Van Helsing, dichiara i suoi debiti alla casa di produzione britannica Hammer, che negli anni Sessanta di Dracula e simili ne sfornava a ciclo continuo sempre riuscendo a infondervi un pizzico di macabra vivacità narrativa. Ma perché il conte ce l’ha tanto con Cristo in croce? E qual è la sua vera identità? Nientemeno quella di Giuda Iscariota, traditore prezzolato allergico all’argento dei trenta fatali denari e al nodo scorsoio della corda con cui si è impiccato…

Questo, in sintesi, l’aggiornamento di
Dracula’s Legacy
, che ha il suo punto debole nell’attore che impersona Dracula, Gerard Butler, un patatone né bello né spaventoso (gli preferiamo la vampira Solina, interpretata da una Jennifer Esposito reduce da
Summer of Sam
). Il meglio del film sono invece le sequenze d’azione, un po’ alla
Matrix
, e soprattutto la fulminante ironia iconoclasta delle battute. «Propaganda!», definisce Dracula con disgusto la Bibbia che gli scagliano addosso. E quando Simon punta il crocefisso sotto gli occhi del vampiro afroamericano Marcus (Omar Epps, partner di Kitano in
Brother
), a nulla vale la sua replica sprezzante «Sono ateo!»: «Il Signore ti vuole bene lo stesso!», conclude Simon pugnalandolo.
(anton giulio mancino)