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X-Men

X-Men è tratto da una serie di fumetti della Marvel molto nota, e di questa riprende caratteri e atmosfere. È fantascienza del presente, dove eventi che sfuggono alle spiegazioni della scienza attuale si svolgono accanto alla normale quotidianità. Protagonisti dei film sono i mutanti, uomini che si differenziano dai sapiens perché dotati di capacità superiori: c’è chi pratica la telecinesi, chi legge nel pensiero altrui, chi spara raggi laser dagli occhi, chi può manipolare le condizioni atmosferiche e chi è in grado di sanare istantaneamente le ferite subite.

La loro presenza sempre più diffusa è oggetto di preoccupate interrogazioni parlamentari e di una diffusa intolleranza. L’ostilità e la consapevolezza della propria superiorità spingono i mutanti a reagire in modo diverso: ci sono i buoni capitanati dal professor X, che cercano di lavorare in armonia con i sapiens, e i cattivi con a capo Magneto (un truce Ian McKellen), che ritengono il conflitto l’unica strada percorribile. Il film racconta la lotta fra i due gruppi, che è a tutta evidenza una lotta fra simili: l’opzione per il Bene o per il Male che li distingue non ha niente di originario, ma è frutto di una scelta esplicita. E anche il prologo girato nel lager nazista – scelto da chi, ebreo, non teme di passare per antisemita – serve a convalidare il ruolo del libero arbitrio.

Insomma – ancora una volta, dopo I soliti sospetti e L’allievo – quello che interessa a Singer è il conflitto morale: l’esplorazione di quella sottile linea di demarcazione che divide la virtù e il peccato, il progresso dall’orrore. Ma se nei film precedenti era il fascino esercitato dal Male, la qualità cinematografica del cattivo, a garantire l’interesse per la storia, qui questo elemento manca del tutto. Anzi a latitare è proprio una qualsiasi fascinazione: penalizzato da un’eccessiva meccanicità degli sviluppi narrativi, pieno zeppo di effetti speciali ormai di routine, il film fatica a stabilire con lo spettatore l’indispensabile relazione attiva. Con l’inevitabile risultato di essere scambiato per dozzinale sci-fi per adolescenti.

(luca mosso)

La recensione di X-Men – Conflitto finale

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