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Viaggio alla Luna

Il primo film fanta-scientifico della storia del cinema. In una riunione del Club Astronomico viene presa la decisione di lanciare un’astronave sulla Luna. La spedizione, guidata da Barbenfouillis (interpretato dallo stesso Méliès), letteralmente «barba attorcigliata», il presidente del club, va a centrare l’occhio dell’Uomo-Luna. In questo mondo meraviglioso, gli astronauti assistono al sorgere della Terra. Ma gli abitanti della Luna, simili a crostacei, attaccano e catturano gli astronauti che riescono a liberarsi e scappare, ma dalla Luna precipitano negli abissi marini. Alla fine riusciranno a tornare sulla Terra dove saranno accolti dal giubilo degli umani e di belle ragazze. La parodia di Verne e dell’inglese Wells dura 14 secondi e trenta quadri ripresi da lontano da una cinepresa che non si muove. Ma è spiritoso, brillante, fantasioso. E, quando uscì, venne salutato come una clamorosa innovazione. Siamo ancora al cinema primitivo con gli attori che si muovono tra silhouette di cartone e che recitano come esagitati, con costumi e gesti eccessivi. Si tratta comunque di un’opera geniale dell’altrettanto geniale Méliès, che aveva intuito le potenzialità del cinema. Instancabile artista di teatro, comprò nel 1986 a Londra un proiettore che, con l’aiuto di un tecnico, trasformò in macchina da presa. Fu autore di circa 500 film, alcuni duravano fino a venti minuti.