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Un tocco di zenzero

Fanis (George Corraface) è un astrofisico greco, affermato, benestante e benvoluto dai colleghi e dagli studenti, ai quali insegna i segreti del cosmo. Uomo intelligente, simpatico, grande appassionato di cucina, Fanis non sembra però voler coltivare relazioni affettive stabili. La sua vita scorre placida e soddisfacente, ma non particolarmente emozionante. La morte dell’anziano nonno Vassilis (Tassos Bandis) costituirà per lui un momento di rottura, che lo riporterà a ripensare alla sua vita, alla sua infanzia vissuta a Costantinopoli, agli anni passati nella drogheria del nonno, il luogo che ha visto nascere la sua passione per il buon cibo e per i fornelli, e soprattutto per la sua coetanea Saime (Basak Koklukaya). Ma, oltre ai ricordi dolci, Fanis sarà costretto a riportare alla mente il dramma della deportazione vissuto dalla sua famiglia, costretta negli anni Sessanta ad emigrare ad Atene dopo le tensioni fra Grecia e Turchia riguardanti Cipro. In questo modo diventerà chiaro come quell’episodio, con il conseguente abbandono forzato di una parte importante delle persone che amava (il nonno e Saime su tutti) sia stato uno shock che ha segnato tutta la sua vita.
Un Tocco Di Zenzero è sicuramente una bella sorpresa: speriamo fortemente che il pubblico sappia premiare questa storia leggera ma densa, fatta di sentimenti forti trattati con grande pudicizia, che sa unire il racconto delle sofferenze personali di un bambino destinato a diventare un grande uomo a quelle collettive del popolo dei greci emigrati in Turchia. La descrizione delle vicende che vedono protagonisti i componenti la famiglia di Fanis tocca tutti i registri, dal comico al tragico, ma sempre mantenendo una piacevole leggerezza di fondo. In effetti, l’intera pellicola trasmette un senso di umanità ormai difficilmente reperibile nel cinema di oggi, e il film riflette il grande amore profuso da Boulmetis nella realizzazione di questa sua opera prima, che contiene molti elementi autobiografici.
La regia è all’altezza del soggetto e della sceneggiatura, con diversi tocchi di classe e anche qualche invenzione; bella, ad esempio, l’idea di introdurre le due città in cui si svolge l’azione narrata (Atene e Istanbul) con due lunghi piani-sequenza di presentazione, realizzati con l’ausilio della computer graphic , che mostrano tramite piccole scenette lo scorrere della vita all’interno di queste due sterminate metropoli.
Anche gli attori sono tutti piuttosto bravi. Merita una menzione particolare il piccolo Markos Osse (che interpreta il giovane Fanis): regge alcune scene quasi da solo, come quella, molto divertente, in cui si trova ad aiutare in cucina la tenutaria di un bordello. Il finale, vagamente visionario e in sospeso tra gioia e tristezza, potrà lasciare perplesso qualcuno ma nel complesso il film merita il grande successo ottenuto in patria e le ottime critiche ricevute a livello internazionale. Speriamo che Un Tocco Di Zenzero non rimanga un caso unico, che questa produzione dia un nuovo, positivo impulso a tutto il cinema greco: negli ultimi anni sembrava (purtroppo) assai poco vitale. (michele serra)