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Ultracorpi-L’invasione continua

Steve Malone ottiene l’incarico di bonificare un deposito di prodotti tossici in una base militare dell’Alabama. Messosi in viaggio con la famiglia, si rende conto già lungo la strada che nella zona c’è qualcosa di inquietante. Giunto alla base, i suoi peggiori timori vengono gradatamente confermati.
Ultracorpi
è un Ferrara considerato generalmente (e a torto) minore. Abel ritrova l’energia da filmmaker di genere degli esordi, e grazie ai cromatismi plastici del folle Bojan Bazelli dimostra anche di essere un calligrafo d’eccezione. Il film, unico caso nella storia della fantascienza cinematografica, è all’altezza sia del capostipite siegeliano (solo gli integralisti sci-fi affermano il contrario) che della rilettura modernista che ne trasse Philip Kaufman. Prodotto su commissione, ma intimamente ferrariano, il film è un’ardita investigazione ai confini dell’umano. Straordinario poi il finale esplosivo, antonioniano, che omaggia
Zabriskie Point
. Eh già, capolavoro.
(giona a. nazzaro)