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Tristano e Isotta

Tristano, rimasto orfano in una battaglia contro i Celti (Irlandesi), viene allevato dal re della Cornovaglia, futuro re d’Inghilterra. Cresce forte e valoroso finché non incontra Isotta, figlia del Re del regno nemico, quello irlandese, e se ne innamora. Ma la ragazza è stata promessa in sposa proprio al re della Cornovaglia. Cominceranno per Tristano lunghi travagli e dolorose pene d’amore, che però lo ricongiungeranno una volta per sempre tra alla sua amata.

Tratto dall’epopea di
Tristano e Isotta,
appartenente al ciclo di Re Artù e quindi risalente all’età medievale, il film sembra una telenovela dei giorni nostri, non fosse per gli abiti e le ambientazioni. La trama si concentra principalmente su un amore tragico di matrice cortese e cavalleresca, che però nella pellicola perde questi tratti originari e diviene solo motivo di gelosie, liti e pianti.

Gli attori anch’essi sono anch’essi funzionali unicamente alla storia d’amore e nessuno riesce ad emergere in modo brillante, limitandosi a un’inespressività a tratti noiosa. Il regista Kevin Reynolds e il produttore Ridley Scott avranno pensato che la carta vincente per un film di successo, come già avvenuto per
Le Crociate
dello stesso Scott, fosse quella di riprendere un’epopea, sconvolgerla interamente e farne una storia d’amore noiosa, banale e patetica.

Questo film non entusiasma e non sconvolge, nonostante il grande dispiegamento di mezzi messo a disposizione del regista. Gli unici a cui potrebbe piacere sono gli appassionati di storie strappalacrime e struggenti.
(aurelie callegari)