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Thirteen

Ingenua tredicenne con interessi da adolescente, Tracy diventa amica di Evie, la ragazza più attraente e popolare della scuola. Lentamente ma inesorabilmente, sesso, droga e autolesionismo entreranno nella sua vita, sconvolgendo il suo fino a quel momento sereno rapporto con la madre, gli insegnanti e i vecchi amici.

Vincitore del Director’s Award all’ultimo Sundance Festival,
Thirteen
è l’opera prima della giovane regista Catherine Hardwicke, coadiuvata nella stesura della sceneggiatura dalla quindicenne Nikki Reed, l’attrice che nel film interpreta il ruolo di Evie. Ancora prima della sua uscita il film ha scatenato ampi dibattiti su diversi giornali italiani. «Ma i tredicenni sono davvero così?» era la domanda più ricorrente. Cocaina, furti, violenza priva di qualsiasi scopo non fanno parte della vita della maggior parte dei giovanissimi. Eppure, guardando questo film, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un ritratto sincero e non a un prodotto confezionato con il solo scopo di scioccare il pubblico. Forse perché la solitudine di cui le protagoniste sono vittime è tipica della società contemporanea.
Thirteen
non sciocca. Piuttosto mette ansia al pensiero che la mancanza di punti di riferimento possa essere colmata esclusivamente comportandosi come adulti viziosi e che nemmeno una madre un po’ fricchettona ma di buon senso, ben interpretata da Holly Hunter, possa influenzare la propria figlia più della sua nuova amica del cuore.