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The Island

In un futuro non troppo lontano, Lincoln Six-Echo (Ewan McGregor) vive in un ambiente controllato sotto ogni punto di vista. Sogna di essere prescelto per andare sull’Isola, un luogo mitico, propagandato come l’ultimo paradiso incontaminato rimasto sul pianeta Terra. Ignora tuttavia la verità: egli, come migliaia di altri, è un clone, creato in segreto e fatto vivere in un ambiente totalmente virtuale, in attesa di essere soppresso (mandato sull’Isola) per ricavare organi, tessuti o prole, che saranno poi ceduti a facoltosi clienti. Gli umani sono infatti disposti a pagare cifre astronomiche pur di non invecchiare o soffrire. L’opinione pubblica tuttavia ignora l’esistenza di questa «fabbrica dei cloni». Viene lasciato credere che i vari «pezzi di ricambio» siano ricavati da organi prodotti in laboratorio. Lincoln e la bella Jordan Two-Delta (Scarlett Johansson), smascherano l’imbroglio ed evadono dalla loro prigione virtuale per andare alla ricerca dei «creatori» umani, con l’intento di convincerli a denunciare pubblicamente il complotto.
Peccato, occasione sprecata. Un film che aveva tutte le premesse per diventare un nuovo cult fantascientifico, mutuando atmosfere cupe e temi avveniristici (ma non troppo) da Matrix come da Blade Runner. Invece The Island è un polpettone fumettistico dove si salva solo l’azione, elargita con fin troppa generosità. Michael Bay non è Ridley Scott e neppure il duo dei fratelli Wachowski. E si vede. Come si vede l’ancora acerba interpretazione della Johansson (bella ma a due dimensioni, come una Jessica Rabbit bionda) e quella invece più spessa di McGregor, impegnato nella parte del clone protagonista e del suo omologo umano. Il tema – quello della ricerca priva di scrupoli dell’immortalità – rimane di estrema attualità. Speriamo che qualcun altro lo raccolga con intenti meno commerciali. (enzo fragassi)