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The Big Kahuna

Convention commerciale in un grande e anonimo hotel di Wichita. Tre venditori di lubrificanti industriali in una stanza d’albergo aspettano il pesce grosso che non si vede. Intanto Spacey spiega l’
American way of business
al giovane e devoto Facinelli, mentre De Vito interpreta il venditore alle prese con la crisi di mezza età. Il solito cinico aggiornamento del mito della frontiera con i concorrenti «là fuori» pronti a saltarti addosso? Magari: qui la morale è che anche i venditori hanno un’anima, e questa folgorante dichiarazione arriva dopo che nessuno ha fatto niente per metterla in discussione. Meglio: dopo che nessuno ha fatto niente di niente, se non recitare le battute e i pensosi monologhi del teatralissimo copione di Roger Rueff. La differenza fra un attore bravo e uno grande la si vede anche dai film che sceglie. Chi, come Spacey – qui anche produttore – scambia una sciacquatura di Mamet per una cosa seria, non può che appartenere alla prima categoria.
(luca mosso)