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Sovversivi, I

Quattro militanti di sinistra entrano in crisi proprio mentre muore l’onorevole Palmiro Togliatti (1964). Uno (Dalla) è un laureato in filosofia che si mette a cercare con la fotografia un modo per catturare la realtà; un altro (De Ceresa) si sente tradito dall’arte; il terzo, funzionario di partito (Arlorio), scopre che la moglie predilige l’amore saffico; l’ultimo, un esule venezuelano (Brogi), non sa se scegliere l’amore o la lotta clandestina. Un film interlocutorio, che però riesce bene nell’intento di dipingere la perdita dell’innocenza e la crisi degli ideali.