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Road Trip

Todd Phillips fa parte della nuova generazione di registi presunti indipendenti cresciuta con il
Sundance Festival
di Robert Redford, tutta gente che conosce bene le regole del mercato e aspira solo a ritagliarsi un posto al sole a Hollywood. Infatti non si può certo dire che
Road Trip
sia un film coraggioso: non è che una commedia sfrenata con tre collegiali – Josh, E.L. e Rubin – che ingaggiano una corsa in automobile da New York al Texas per intercettare una compromettente videocassetta spedita erroneamente alla fidanzata di Josh; nella registrazione ci sono le immagini del povero Josh che cede di fronte alle grazie dell’avvenente Beth. Prevedibili le gag (che però funzionano) e abbastanza sostenuti i tempi narrativi, scanditi da una struttura da road movie scanzonato. Ma per competere con il vecchio e insuperabile
Animal House
, modello di
Road Trip
, ci sarebbero voluti la genialità anarcoide – benché recentemente appannata – di John Landis e la carica primitiva di John Belushi, ingredienti indispensabili per una sana e non riconciliata trasgressione. La produzione esecutiva è di Ivan Reitman, che comunque di «zingarate» all’americana se ne intende.
(anton giulio mancino)