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Questo è il giardino

Ha avuto molti estimatori ma anche molti detrattori inferociti, l’esordio di questo giovanissimo e già ottimo «cortista». Non gli hanno perdonato di essere così autistico, così cattolico, così nero. Non gli hanno perdonato (credo) la gelida maturità, la freddezza già da «autore». Un film antipatico, in un paese di simpaticoni. E infatti a Venezia era stata accolta molto meglio la sitcommedia all’italiana
Come te nessuno mai
, autocelebrazione gongolante dei teen-ager ricchi, sinistrorsi e verginelli. Qui invece un regista venticinquenne osa stare zitto, osa parlare di anima, osa guardare i personaggi – e noi spettatori – con assoluta serietà. Né sciatto né ruffiano, un film di regia e di attori (brava soprattutto Carolina Freschi), che alla fine rischia di essere l’unico lavoro serio sui giovani (borghesi) italiani degli anni Novanta. Una di quelle cose che ti lasciano, come prima impressione, la voglia di vedere subito il prossimo film del regista.
(emiliano morreale)