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Quel che resta del giorno

Un film frigido del frigidissimo Ivory, ma uno dei meno fastidiosi, uno di quelli in cui l’analisi di una classe riesce a soverchiare il fascino dei drappeggi e delle cerimonie. Da un romanzo di Kazuo Ishiguro, la storia del maggiordomo di un politico inglese attraverso i decenni. La riuscita dell’operazione (che comunque non è davvero all’altezza di un Pinter-Losey) sta nell’aderenza tra lo stile ingessato del regista e quello ancor più ingessato del personaggio. Ma, soprattutto, in quella che rimane tra le più belle interpretazioni di Anthony Hopkins, tutta minimi lampi inquieti sotto una superficie quasi metallica. Certo, il film è molto monotono nella sua unica scelta di regia, è cupo e opprimente, ma la tensione e il disagio che trasmette sono avvertibili. Anche se – magari – il cinema è un’altra cosa. Ben otto, comunque, le nomination da parte dell’Academy. (emiliano morreale)