Profondo rosso
28 Gennaio 2014
C’è stile da vendere in questo horror-thriller senza senso, con Hemmings che dà la caccia a un killer sadico e psicopatico. Scene di omicidio paradossali e scioccanti, imbevute di una martellante colonna sonora rock, a tutt’oggi il più abile film di Dario Argento: un attacco deliberato ai nervi dello spettaore, martellato da un montaggio quasi subliminale, da una musica quasi ipnotica (del jazzista Giorgio Gaslini e dei Goblin) e da esplosioni di violenza rimaste ineguagliate. Sadico e malsano, in definitiva, ma girato con notevole intelligenza cinematografica. Qualche tocco di ironia comunque. La versione americana è più corta di venti minuti ed esibisce molta meno violenza.
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