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Professione: Reporter

Enigmatica narrazione su un insoddisfatto giornalista televisivo inviato in Africa, che scambia la propria identità con quella di un trafficante d’armi inglese morto improvvisamente in una stanza d’albergo. Tornato in Europa, incontra una ragazza con la quale ripara in Spagna nel tentativo di far perdere le proprie tracce alla moglie. Come in Blow-up Antonioni imposta un intreccio quasi giallo per raggiungere l’astrazione – evidengte in questo caso nel virtuosistico piano sequenza finale di 7′, che segna la morte e l’allontanamento del personaggio. Ad accorgersi che la realtà è impenetrabile allo sguardo umano questa volta è un giornalista televisivo, già abituato alla manipolazione dei punti di vista e all’irrealtà dell’immagine in movimento (vedi la ripresa-video dell’uomo fucilato che, come direbbe Bazin, continua oscenamente a morire). Dove il film cala è nella descrizione di un amore impossibile ma, figurativamente, il film è tra i più belli e misteriosi di Antonioni: assolato, vitreo, impareggiabile nell’usare cenari tanto diversi come i deserti africani e la Barcellona surreale di Gaudì. Nastri d’argento ad Antonioni per il miglior film e a Tovoli per la fotografia.