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Pokémon 2 – La forza di Uno

A causa di una violentissima tempesta, Ash, Misty, Pikachu e i loro amici si arenano sulle coste dell’isola di Shamouti. In cerca di un interprete per il ruolo dell’eroe nella tradizionale sagra locale, Melody – un’isolana – offre la parte ad Ash. Lo spettacolo rappresenta un’antica leggenda che narra del potere diviso tra Moltres, Zapdos e Articuno, tre magnifici uccelli che governano rispettivamente, fuoco, luce e ghiaccio garantendo così l’armonia del mondo. La leggenda diventa realtà quando Lawrence III, un bizzarro collezionista di Pokémon, cattura Moltres mettendo in crisil’equilibrio del mondo. Ash è costretto a entrare in azione nella speranza di evitare il peggio.Introdotto dal bizzarro corto Pikachu-Il salvataggio, il nuovo film della serie Pokémon permette di gettare uno sguardo in un universo merceologico e narrativo estremamente articolato e complesso. Tralasciando le stroncature etnocentriche, sempre puntuali nell’evidenziare il presunto maggiore tasso educativo delle produzioni Disney, il film si rivela oltremodo interessante. A prescindere che «un film è un film è un film», è che quindi non esistono film per bambini proprio come non esiste la pornografia, bisogna ammettere che la visione-con-bimbi della pellicola è estremamente istruttiva. Si potrebbe partire proprio dal corto che apre le danze: una surreale cavalcata nel reame della multicolore fantasia Pokémon, che si offre come un collage di suoni, colori e rumori. Intorno a un’idea che è poco più di una traccia narrativa, il corto si sviluppa tra tocchi musical e cupezze horror; i bimbi seguono avvinti, mentre gli adulti «si annoiano». È evidente: è questione di condivisione di un codice. Ed è proprio questa la chiave del dilagare dei Pokémon: tra gioco di ruolo, collezionismo, riattualizzazione dei classici monster movie nipponici e romanzo di formazione, il film non solo rielabora miti, leggende, cinema e televisione declinandoli come una filastrocca infantile ma – facendo leva su uno straordinario meccanismo partecipazionale – li ristruttura secondo l’approccio orizzontale favorito dalla diffusione delle tecnologie domestiche.
Pokémon è la mitologia per eccellenza dell’era dell’accesso. Non a caso il possesso («gotta catch’em all!») è tematizzato nelle forme di un processo di conoscenza. Per comprendere l’universo Pokémon non basta vedere il film o lo singole puntate della serie televisiva: bisogna intervenire sulle strutture narrative del cartone, agirle, parteciparle. In questo senso l’incredibile merchandising che circonda i Pokémon è solo l’estensione della medesima strategia: proseguire il gioco con altri mezzi. Ed è proprio l’accento posto sulla responsabilizzazione del giocare a spiegare il successo presso il pubblico infantile. Per i bambini giocare è vitale. Per gli adulti (purtroppo) no. (giona a. nazzaro)