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PERDUToAMOR

Ettore è bambino, negli anni Cinquanta, in Sicilia, in una famiglia alto borghese, dove il padre tradisce sistematicamente la madre. Vive serenamente, guidato da un colto aristocratico del paese che gli fa da mentore e lo inizia alla musica. Poi Ettore cresce, è un adolescente colto, si iscrive all’università, ha un amore e anche l’ambiente in cui vive cambia e cresce, siamo negli anni Sessanta in pieno boom economico. A Ettore la Sicilia inizia a stare stretta e così, dopo la morte del padre, decide di trasferirsi a Milano. Continua a suonare, ma trova piacere anche nella scrittura. Il capoluogo lombardo è in pieno fermento culturale ed Ettore fa incontri importanti per la sua completa maturazione. «Partiti da un soggetto assolutamente pretestuoso, con Manlio Sgalambro abbiamo scritto una sceneggiatura per un film-balletto. Il protagonista, un “cavaliere inesistente”, condivide con gli altri caratteri (stereotipi di comodo) l’incontro con lo “straordinario”… Così la lezione di cucito, di tantra, l’esoterismo, la filosofia. Il mio intento era quello di comporre e plausibilizzare questi sprazzi di veglia. La macchina da presa è il vero protagonista». Questa è la definizione che l’esordiente regista Franco Battiato dà del suo film. Tutto e niente, proprio come la sua opera. Un delirante acquerello in cui la vita di questo strano personaggio non sembra del tutto legare con il resto e trovare una continuità narrativa. Tante citazioni, tante parodie, tante gag surreali realizzate per divertirsi, divertire, ma anche per prendere un po’ in giro lo spettatore. Ogni scena è autonoma, potrebbe vivere separatamente. Questa frammentarietà, che per alcuni è un esercizio stilistico ammirevole, in realtà confonde lo spettatore che fino alla fine non si rende conto che cosa sta guardando. Un’operazione difficile e molto rischiosa. (andrea amato)