P

Pane e tulipani

Rosalba è una casalinga di Pescara. Durante una gita, viene «dimenticata» da marito e figli all’autogrill. Decide di tornare a casa da sola. E qui comincia una girandola di avventure. Arriva a Venezia, trova un lavoro, amicizie, amore… Piccolo cambio di rotta di Silvio Soldini – apprezzato regista di titoli cosiddetti «impegnati» e/o «d’autore» come
L’aria serena dell’Ovest
e
Un’anima divisa in due
– che realizza una commedia romantica, apparentemente leggera nei toni, ma non per questo scontata o priva di momenti di riflessione (sul matrimonio, la routine sentimentale, le infinite possibilità della vita tutte da cogliere ecc.), impreziosita qua e là da riusciti tocchi surreali (i sogni di Rosalba). Sulla base di una solida sceneggiatura – quasi una partitura musicale, agile e armoniosa – Soldini riesce a orchestrare una girandola d’invenzioni – talvolta divertenti, talvolta dolci e malinconiche – alle quali l’apporto degli attori – dai protagonisti Licia Maglietta e Bruno Ganz, ai «caratteristi» Felice Andreasi e Antonio Catania – non è affatto secondario. Coraggioso il finale, impensabile in una qualsiasi pellicola mainstream d’Oltreoceano (vedi l’assoluta indissolubilità del matrimonio nel finale di
Cast Away
). Una perla rara nel cinema italiano, specialmente a livello di scrittura. E uno straordinario successo al botteghino.