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Notte prima degli esami

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La trama
Un gruppo di compagni di scuola si accinge ad affrontare la Maturità. Siamo nell’estate del 1989. Luca (Vaporidis) vuole dire finalmente in faccia al temuto prof. Martinelli (Faletti) ciò che pensa di lui e delle sue terribili giacche. Dopo lo sfogo apprende tuttavia che sarà proprio l’insegnate di Lettere il membro interno all’esame. Da lui insomma dipenderà l’eventuale promozione. Il fortuito quanto provvidenziale furto della Simca 1000 del professore (soprannominato dagli studenti «la carogna»), apre tuttavia una possibilità di «redenzione», cui parteciperanno gli amici del cuore di Luca. Il giovane però è distratto da una ragazza sua coetanea, Claudia (Capotondi), conosciuta a una festa. Innamorato cotto, ignora che è figlia proprio della «carogna».
La recensione
Con tutto il dovuto rispetto, da Fausto Brizzi (classe 1968), qui al suo primo lungometraggio da regista, in precedenza sceneggiatore per Neri Parenti di vari Natali sul… (Nilo, India, Miami), non ci aspettavamo un capolavoro. Ma dobbiamo fare parzialmente ammenda, e volentieri, per una commedia adolescenziale senza pretese, recitata con freschezza e spontaneità, priva di eccessi caricaturali e con la giusta dose di leggerezza. Ciò che la rende particolare è l’ambientazione nel 1989, alla fine di quel decennio da molti amato e da altrettanti aborrito, che tuttavia sta tornando prepotentemente di moda, soprattutto in campo musicale. Ecco quindi giustamente citati i Duran Duran, Raf, Donatella Rettore, alcuni classici del genere «disco» e naturalmente il pezzo di Antonello Venditti (1984) che dà il titolo al film. Non c’entra nulla invece il micidiale Gioca Jouer di Claudio Cecchetto (datato 1981) ed è stato un piccolo sgarbo non piazzare neanche un accordo degli – per altri zuccherosissimi – Spandau Ballet, all’epoca idoli delle ragazzine almeno quanto Simon Le Bon e soci. È stato bello invece riprovare il brivido dell’irrintracciabilità dovuto all’assenza dei telefonini (all’epoca ancora un formidabile ritrovato della tecnica riservato a pochi «montati»; secondo alcuni, tra i quali lo scrivente, privo di futuro). Di raro sadismo la battuta, riferita allo scudetto (l’ultimo) vinto dall’Inter «Aò, stamo all’inizio di un grande ciclo».
A far da tutor alla frizzante nidiata di giovani attori (Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi, Sarah Maestri, Chiara Mastalli, Andrea De Rosa ed Eros Galbiati) c’è Giorgio Faletti, che ha abbandonato il ruolo di autore di thriller di successo per tornare a respirare l’odore di benzina e popcorn del Drive In televisivo che lo lanciò. Qui però non c’è traccia dei personaggi grotteschi che ne fecero uno dei beniamini del pubblico, ma i panni di un insegnante deluso dalla professione e dalla vita che dignitosamente coltiva il rimpianto come i gerani sul balcone. Un ruolo accettato per amore del progetto che ne conferma però il poliedrico talento. Fanno anche parte del cast, con fugaci apparizioni, Valeria Fabrizi, un pimpante Riccardo Miniggio (Ric di Ric & Gian), Daniela Poggi ed Eleonora Brigliadori. Così, l’operazione nostalgia – a patto che abbiate tra i 30 e i 40 anni – è davvero completa. (enzo fragassi)