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Moro no Brasil

Trascinante. E scusate la banalità, visto che si tratta di un documentario sulle radici della musica brasiliana. Realizzato dal produttore-regista finlandese Mika Kaurismäki, fratello del più noto Aki
(L’uomo senza passato, Juha, Ho affittato un killer),
la pellicola echeggia nella struttura
Buena Vista Social Club
di Wenders. In fondo, però, che male c’è a ripercorre una strada, se è una buona strada? E il finnico Mika, coi suoi pelazzi albini che spuntano dalla t-shirt e la chioma biondissima, si trova davvero a suo agio sia quando si reca all’incontro con la tribù degli indios
Fulni-ô,
una delle tante tribù native ora ridotte a poche centinaia di persone, sia quando lascia che la sua videocamera venga «frullata» dalla sarabanda dei colori, della facce, delle teste che si agitano vorticosamente in una festa di paese nel Pernambuco profondo, il cuore povero e contadino del Brasile, lì dove però è nata la cultura del
forrò,
del
frevo,
del
maracatu,
le radici della
samba.

È un universo che si esprime danzando il Brasile di Miki: arzillissimi sette-ottuagenari passano volentieri il testimone a giovani musicisti che vanno alla riscoperta delle radici del ritmo, quell’incontro fecondo, ma non voluto e perciò doloroso, delle culture indios con quelle africane e portoghesi. Lì dove il
maracatu
indigeno si incontra/scontra col
candomblé,
figlio dell’oppressione operata dai latifondisti sugli schiavi africani, cui era negato il permesso di venerare i loro
orixas
(divinità ancestrali) ad eccezione delle feste, che per i padroni erano solo espressioni animalesche. Invece si innalzavano preghiere.

Il viaggio del vichingo termina nelle
favela
Mangueira di Rio, dove il miracolo della samba si materializza ancora una volta nei ritmi bastardi e trascinanti dei Funk’n lata, dove il rombo dei tamburi dell’amatissima scuola di samba erompono dalle finestre spalancate e travolgono tutto: le fogne a cielo aperto, i trafficanti di coca, la miseria nera, la fame. Torna, torna sempre questo ruolo salvifico della musica, questo tocco miracoloso che fa di un povero affamato e senza istruzione un idolo da venerare nelle edicole improvvisate agli angoli dei vicoli. A Mika tutto ciò è piaciuto, tanto da spingerlo ad aprire un locale dove si suona di tutto, trecento giorni all’anno. La gelida Finlandia può attendere. Il film, distribuito da Sharada, sarà nelle sale dal 12 maggio.

(enzo fragassi)