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Monty Python – Il senso della vita

Cosa succederebbe se aveste impegnato il vostro fegato, e un giorno due solerti infermieri venissero a riscuoterlo? Come reagireste se il «tristo mietitore» vi annunciasse il decesso durante una gradevole cenetta con gli amici? Quale inquietante brivido vi scorrerebbe per la schiena nel vedere un inverosimile corteo di maggiordomi dalle braccia serpentine e dalle espressioni poco rassicuranti? Riuscireste a smaltire il vostro pasto se un mastodontico avventore del ristorante di classe in cui mangiate esplodesse, disseminando il maldigerito pranzo per il salone? Queste e altre questioni sono dibattute dai Monty Python in questo film! I Monty Python provengono da esperienze televisive. Grazie a George Harrison – più noto come chitarrista di un quartetto di Liverpool – sono passati al cinema, «dirigendosi» alternativamente per mano del gallese Terry Jones o dell’americano Terry Gilliam. Forte di attori raffinati come Michael Palin e John Cleese, il gruppo britannico ama miscelare sacro e profano: non a caso
Brian di Nazareth
(1979) è una parodia del Vangelo e
Monty Python e il sacro Graal
(1974) fa le boccacce alla
quête
cristiana per antonomasia. Qui i sei alzano il tiro, e fra scenografie deliranti e personaggi surreali dileggiano il senso della vita
tout court
. Attraverso una struttura narrativa analoga alla successione di sketch televisivi vengono aggrediti il pauperismo britannico, l’aplomb stolido dei cottage rurali, il bon ton dei ristoranti di lusso, l’austerità militare, l’integrità del corpo… Decisamente sconsigliato a chi detesta l’umorismo scatologico, vivamente suggerito a chi non è ancora sortito dalla fase anale. E non sono pochi.
(francesco pitassio)