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Mo’ Better Blues

Bleek Gilliam è un grande trombettista, ma anche un egoista e un figlio di buonadonna. Tratta male le sue compagne e rischia di bruciarsi. Di certo il suo manager, arruffone e giocatore d’azzardo, non lo aiuta. Elegantissimo, sopraffino, magistrale e un po’ frigido come il jazz dei fratelli Marsalis che lo sostiene, fu il primo film «ripulito» del primo regista afroamericano di successo. Ed è anche un bel film: sincero, trascinante, dominato da una passione e da un ritmo notevoli. Certo, è un’operazione di grande compromesso, con una fotografia smagliante, attori bravissimi e bellissimi (tranne Lee stesso, che bello non è), una regia sinuosa… Insomma, perfino un po’ leccato e prevedibile. Ma possiede una sensualità vera, e ci trasporta in un mondo e in un mood che pochi hanno saputo raccontare.
(emiliano morreale)