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Macbeth

I complotti e l’ascesa al trono di Scozia di Macbeth, la crudeltà del suo regno, la disfatta: William Shakespeare rivisitato da Roman Polanski. Ritorno al cinema del regista apolide quattro anni dopo la strage di Bel Air,
Macbeth
porta sulla sua superficie e nelle sue viscere un greve fardello di sangue. Film ossessivo e irrespirabile come i sensi di colpa di Lady Macbeth, e accompagnato dalle litanie perverse della Third Ear Band, uno dei gruppi psichedelici più segreti e rigorosi della scena inglese. Questo adattamento shakespeariano colpisce per i propri accenti dimessi: ambienti spogli, personaggi stolidamente barbarici, movimenti di scena goffi e appesantiti dalle armature. Gli stessi incubi e visioni del protagonista della tragedia appaiono uniformati a questa quotidianità del Male. Né il titanismo wellesiano dell’omonimo film del 1948, e neppure la ridondanza grandiosa del Kurosawa de
Il trono di sangue
(1957): l’opera di Polanski è una tragedia terragna e ineluttabile, stupida e inarrestabile come un condottiero medievale.
(francesco pitassio)